A Gotham City, il comico Arthur Fleck con problemi di malattia mentale viene disprezzato dalla società. Inizia una spirale verso il basso di rivolte e crimini sanguinanti. Questo lo mette faccia a faccia con il suo alter ego: “il Joker”.
Arthur Fleck lavora come clown ed è un aspirante cabarettista. Ha problemi di salute mentale, parte dei quali comporta risate incontrollabili. I tempi sono duri e, a causa dei suoi problemi e della sua occupazione, Arthur se la passa anche peggio della maggior parte degli altri. Nel tempo questi problemi si ripercuotono su di lui, plasmando le sue azioni, facendogli infine assumere il personaggio che è più conosciuto come… Scherzo
Ho visto Joker ieri a Venezia una prima sfortunata proiezione. Abbiamo avuto qualche problema con l’audio che ha portato a un ritardo di quasi un’ora, ma ne è valsa decisamente la pena.
Joker meritava di essere presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, un evento che considera il cinema una forma d’arte, perché questo film è tutt’altro che un blockbuster o un semplice film di intrattenimento, come lo sono la maggior parte dei film del genere.
Si concentra sulla psiche del personaggio principale, mentre lentamente si sgretola sotto la pressione della società. E così, Joaquin Phoenix fa una performance meravigliosa, guadagnandosi quasi sicuramente una nomination agli Oscar. È una versione del Joker che differisce da quella di Ledger, ma direi che entrambi sono ugualmente buoni. La differenza principale potrebbe essere che il jolly di Ledger è un razionale che si comporta in modo folle, mentre quello di Phoenix è pazzo alla radice.
Nonostante sia un film su un supereroe cattivo, Joker è molto superiore alla maggior parte dei film del genere (escluderei solo la Trilogia del Cavaliere Oscuro, ma Joker è facilmente buono come i film di Nolan, o almeno molto vicino). È un film di piccola scala, con uno stile e una cinematografia distinti (che non possono non essere apprezzati) e un insieme di riferimenti molto cinefili che però non si sentono troppo forzati o eccessivamente oppressivi. (più notevoli sono le somiglianze con “Taxi Driver” di Scorsese e il suo “The King of Comedy”, ma anche “Modern Times” di Chaplin è in qualche modo citato).
Non vedo l’ora di vedere altri sforzi non comici di Todd Phillips. Questo film è stato finora probabilmente il migliore del 2019 (nel peggiore dei casi finora contestato solo da Dolor Y Gloria o C’era una volta a Hollywood), e dovrebbe essere molto convincente.